“Rivisitazione di un oggetto esistente, senza uno stravolgimento dello stesso“
In una parola restyling, miglioramento di ciò che già esiste. Nel caso in questione non è un prodotto, ne tantomeno un individuo, bensì un brand. Nello specifico, rivisitare tutta la sua immagine su Facebook, adeguandola a nuovi scenari aziendali.
Dopo diverse settimane, passate ad analizzare la situazione e sviluppare una nuova strategia, mi rendo conto della complessità della cosa: provare a modificare determinati aspetti, piccole sfumature e dettagli comunicativi senza “ribaltare” quanto di buono è stato fatto finora. Intervenire per apportare migliorie, senza che l’intero ingranaggio ne risenta o ne venga rallentato.
Detto questo, il punto di partenza del restyling è stato fissato dal cliente: brand awareness, perfezionamento delle dinamiche di engagement e consolidamento territoriale dei punti vendita.
Questa la mia reazione!
Scherzi a parte, nessun megadirettore, nessun pretoriano solo di tempi di attuazione brevi, che paradossalmente stanno agevolando il compito. Eh si, perchè sin da subito il superfluo, l’opzionale e l’accessorio sono stati accantonati, concentrando la strategia operativa solo sul necessario.
Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni, è che la costruzione di un’immagine su Facebook passa attraverso 2 livelli legati tra loro da una condicio sine qua non che li rende imprescindibili l’uno dall’altro.
Parlo di back-end e front-end, ma anche dell’eterno dilemma se sia nato prima l’uovo o la gallina! Da quale dei due dipende l’altro? Da quale dei due partire? Io sono partito dal back, da tutto ciò che l’utente non vede e non percepisce ma che è fondamentale nel “fissare” i parametri e il tono di voce della conversazione. A tratti noioso si, ma un lavoro determinante che traccia il solco comunicativo e il livello di confidenza dialettica che si vuole concedere: penso non solo all’attivazione del filtro volgarità, ma anche alla possibilità di filtrare (o meno) post, tag e messaggi sulla pagina, tanto per citarne alcuni.
Tanti piccoli accorgimenti che spianano la strada al livello front-end, quello che per dirla facile “non puoi sbagliare“. E’ il biglietto da visita del brand, e come tale deve essere chiaro, preciso e inappuntabile; ma soprattutto, deve essere fedele alla realtà, senza mai discostarsene.
“Inutile tentare di aggirare la realtà, i social possono sancire la fine di un brand!“
Ecco che le informazioni dovranno essere puntuali e aggiornate, accompagnate da contenuti originali in linea con gli interessi per sollecitare dinamiche di engagement e, in seconda battuta, di conversione dell’utente in cliente.
Arrivati a questo punto, definita la “nuova immagine”, l’operazione restyling può dirsi conclusa. E ora? Si attendono i primi sviluppi, si analizzeranno i risultati e…si ripartirà seguendo nuove linee guida che necessiteranno di nuove modifiche, strumenti e competenze.
Ma questa è un’altra storia, della quale (forse) vi parlerò prossimamente.